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Quando la comunicazione diventa una funzione pubblica

Riconoscere l’importanza della comunicazione pubblica consente di ridurre le barriere e le distanze tra cittadini e istituzioni, garantendo possibilità di vicinanza e di dialogo.

Mariasole Vadalà

26 Gennaio 2021

La Legge 7 giugno 2000, n. 150, “Disciplina delle attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni” e il successivo regolamento attuativo (DPR n. 422/2001) forniscono per la prima volta una cornice normativa alla comunicazione pubblica, rifacendosi agli stessi principi che ispirano le riforme della PA: trasparenza ed efficacia amministrativa.

Vengono così individuate diverse strutture e figure professionali:

  • L’Ufficio Relazioni con il Pubblico per la gestione delle attività di comunicazione;
  • L’ufficio stampa per le competenze relative alla comunicazione e divulgazione delle informazioni nei confronti dei media;
  • Il portavoce è la figura che supporta l’amministrazione pubblica nei rapporti di carattere politico-istituzionale con gli organi di informazione (motivo per cui per tutta la durata dell’incarico non può esercitare alcuna attività nei settori radiotelevisivo, del giornalismo, della stampa e delle relazioni pubbliche).

Tutta l’amministrazione comunica attraverso gli elementi che la costituiscono, secondo il piano di comunicazione che la Pa deve predisporre per raggiungere gli obiettivi di efficienza ed efficacia.

La comunicazione è dunque sia specialistica, gestita dai professionisti chiamati espressamente ad occuparsene, sia diffusa esercitata dai dipendenti che devono essere resi consapevoli della valenza comunicativa della propria attività.

Negli ultimi anni con le numerose riforme si è dunque delineato un nuovo modello di Pa:

  • aperta
  • trasparente
  • partecipata
  • digitale

Il cittadino non è più amministrato in chiave gerarchica ma soggetto attivo da coinvolgere costantemente e con cui rapportarsi su base paritaria. La Pubblica Amministrazione ha necessità di trovare l’interazione con l’amministrato e per farlo deve imparare a comunicare con lo stesso. Il cittadino può esercitare i suoi diritti anche grazie a questa nuova funzione.

Quali fattori ostacolano ancora la comunicazione pubblica in Italia?

Ci sono diversi fattori che ritardano questa conversione necessaria:

  • La scarsa cultura della comunicazione che permea le Pa;
  • La complessità del linguaggio adottato: dal politichese al burocratese;
  • La complessità e le lungaggini che ancora caratterizzano le procedure amministrative;
  • La scarsità di risorse finanziarie e umane.

Serve un passaggio culturale e organizzativo che spesso non è allineato all’attuale sistema della pubblica amministrazione.

Anche se è doveroso sottolineare quanto il 2020 abbia cambiato le modalità di lavoro del comunicatore pubblico, aprendo le amministrazioni pubbliche a nuove esperienze che hanno ridotto le distanze dalla rivoluzione che è in atto.

I siti istituzionali

La comunicazione istituzionale online è prevista dalla Legge 150 del 2000 e negli ultimi anni i siti web sono diventati il principale front office dell’ente.

Il Codice dell’Amministrazione Digitale è un testo unico che riunisce e organizza le norme riguardanti l’informatizzazione della Pubblica Amministrazione nei rapporti con i cittadini e le imprese. Il Cad stabilisce l’obbligo per le Pa di strutturare siti istituzionali che rispettino le seguenti caratteristiche:

  • Accessibilità
  • Elevata usabilità e reperibilità anche da parte delle persone disabili;
  • Completezza di informazione;
  • Chiarezza di linguaggio;
  • Affidabilità;
  • Semplicità di consultazione;
  • Qualità, omogeneità e interoperabilità.

Al fine di adempiere agli obblighi previsti è stata anche inserita l’Amministrazione trasparente per rendere possibile il controllo diffuso delle attività pubbliche.

I social media

Questi strumenti di nascita recente hanno cambiato le sorti della comunicazione istituzionale, inserendola in una dimensione nuova: in tempo reale, interattiva ed economica. Sono velocemente diventati un mezzo di informazione, di scambio e di formazione delle opinioni.

È bene sottolineare che non esiste un obbligo normativo sull’utilizzo dei social media da parte delle pubbliche amministrazioni, ma il loro utilizzo è di fondamentale importanza per realizzare e garantire trasparenza.

Se i social media vengono utilizzati correttamente da professionisti che conoscono i linguaggi e gli strumenti, con essi prende forma l’amministrazione aperta, collaborativa e partecipata in continuo dialogo con i suoi cittadini.

Offriamo diversi servizi in questo settore, contattaci!

Mariasole Vadalà

26 Gennaio 2021

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